UNA CULTURA ALIMENTARE DA RIDISEGNARE
Mai come ora, L'Italia ha bisogno dei suoi chef di maggior talento per aiutare a cambiare l' ondata di Americanismo che imperversa la vita quotidiana nelle scuole.
Cari lettori:
Oggi vorrei brevemente scrivere qualcosa sulla cultura alimentare in Italia. Io non sono un amante dei "long read", ossia lunghi articoli che richiedono tempo per poter capire il succo dell' intento. Vi scrivo solo per dire che torno e lavoro a casa in Italia almeno sei volte l'anno e noto con enorme dispiacere di quanto sia stata inondata di America la mia amata terra natia.
Nonostante tutto il mondo ci invidi la dieta mediterranea, la salubrità e la varietà dei nostri cibi, sembra che non dappertutto, in Italia, siamo in grado di valorizzare al meglio la nostra tradizione. E questo avviene, purtroppo, anche tra le mura scolastiche. In diverse occasioni lasciamo infatti che i nostri studenti consumino nelle mense scolastiche cibi tutt’altro che di eccellenza, invalidando così dapprincipio ogni proposito di portate avanti una corretta educazione alimentare.
Inizio nel dire che la cultura alimentare è un aspetto importante della formazione dei giovani e delle loro abitudini alimentari. Le scuole Italiane svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere la conoscenza dei principi di una corretta alimentazione e delle tradizioni culinarie locali, ma qualcosa non torna. Questa importante cultura dovrebbe essere insegnata a partire dall'infanzia, coinvolgendo studenti e docenti in percorsi didattici e progetti che ne promuovano la conoscenza.
Questo permetterebbe certamente di formare cittadini consapevoli e responsabili, in grado di scegliere e valutare gli alimenti in modo critico, e di comprendere i principi di una dieta equilibrata. Sappiamo che l'Italia inizia ad espandersi e non territorialmente o in termini sociali, ma in obesita' infantile ed anche adulta. Sappiamo inoltre che quando parliamo di sostenibilita' alimentare, tutto rimane li nell' idea di coinvolgerci ma poi tutto si vanifica purtroppo. Siamo pero' uno dei paesi piu prolifici nella divisione dei rifiuti, cosa che qui negli USA stentiamo a fare bene.
Mai come ora l'insegnamento della cultura alimentare può essere utile per promuovere la valorizzazione delle produzioni locali, la salvaguardia delle tradizioni culinarie regionali, e la tutela dell'ambiente. Gli studenti potrebbero imparare ad apprezzare e rispettare la biodiversità e la stagionalità dei prodotti, e a ridurre gli sprechi alimentari, cosa che non poteva succedere a gente come me cresciuta nel dopoguerra, li dove il pane di ieri diveniva il pasto di oggi, ma di piu' li dove il pane caduto al suolo veniva baciato e consumato.
Di certo si potrebbero trovare delle soluzione che coinvolgano laboratori di cucina, visite guidate a fattorie, mercati e aziende alimentari locali, progetti interdisciplinari che includano più materie scolastiche, e collaborazioni con associazioni e organizzazioni che si occupano di promuovere l'alimentazione sana e sostenibile. Magari anche promuovere la cultura del pasto a tavola, con momenti di convivialità e di scambio tra studenti e docenti. Questo permetterebbe di sensibilizzare gli studenti sull'importanza del cibo non soltanto come nutrimento fisico e mentale, ma anche come momento di socializzazione e di valorizzazione delle varie tradizioni locali.
Ci sono delle vere realta’ che emergono dopo degli studi effettuati sui rating dei menu; delle mense scolastiche, e notiamo le disparita’tra nord, Centro e Sud Italia. Sui 3 gradini del podio salgono realtà del Nord e Centro Italia, con evidenti carenze in alcune citta’nel meridione.
Un appunto lo debbo fare ai miei pluristellati colleghi in Italia. Le stelle Michelin danno lustro, marketing, ambizioni, ed anima, ma alla fine abbiamo tutti un obbligo morale di lasciare dietro un mondo alimentare molto piu naturale e pulito, lontano da ingredienti nocivi, tramandando un educazione che aiuti gli altri.
Quando andate in TV, parlate di celiachia, diabete, cibo e salute, e di tutto cio'che fa bene e male. Voi sapete esattamente cosa e come fare. Non lasciatevi prendere dal marketing delle Colombe Pasquali a 50 Euro cadauno, ma vendete le Colombe con prodotti salutari ed alternativi, e spiegatene le ragioni.
Voi appartenete (fisicamente parlando) nelle scuole per fare consulenza gratis, per ridare agli altri la cultura gastronomica accumulata nei vostri percorsi. Ve lo scive uno che 'e diabetico e cha ha basato la sua cucina sulla salute di bimbi ed adulti dal 1980, e continua a farlo nelle scuole tutt'ora.
In conclusione, la cultura alimentare nelle scuole italiane rappresenta un'opportunità per formare cittadini consapevoli e responsabili, promuovere la valorizzazione delle produzioni locali, tutelare l'ambiente e valorizzare le tradizioni culinarie regionali. Gli studenti dovrebbero essere coinvolti in percorsi didattici e progetti che ne promuovano la conoscenza, e i docenti dovrebbero essere sensibilizzati e formati sull'importanza dell'insegnamento della cultura alimentare.
{School Image Attribution via La Provincia di Como}
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