LA PASSIONE CULINARIA DI PAPA LEONE XIV
Il nostro Santo Padre tra sapori Peruviani e impegno sociale.
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La figura di Papa Leone XIV, al secolo Robert Prevost, affascina non solo per il suo percorso spirituale ma anche per il suo profondo legame con la cultura peruviana, un legame che si riflette anche a tavola. Dopo vent'anni di missione in Perù, dove ottenne persino la cittadinanza, il pontefice ha portato con sé in Vaticano l'amore per i sapori andini, influenzando persino i menù delle mense pontificie.
Fonti della Sala Stampa Vaticana hanno confermato che, dalla sua elezione, Leone XIV ha introdotto alcuni piatti Peruviani nei pranzi ufficiali. Durante un recente incontro con i cardinali è stato servito un "ceviche vaticano", una versione rivisitata del piatto simbolo del Perù preparato con branzino del Mediterraneo e lime biologico italiano. "Il Santo Padre apprezza la semplicità e l'autenticità dei sapori", ha dichiarato mons. Paolo Borgia, cerimoniere pontificio, sottolineando come il Papa abbia voluto condividere con la Curia alcuni dei piatti che lo hanno accompagnato durante la sua missione in Sudamerica.
Tra i suoi comfort food preferiti, come rivelato dallo stesso Prevost in un'intervista del 2023, spiccano il ceviche, il seco (stufato di capretto tipico di Lambayeque) e l'ají de gallina, una crema piccante a base di pollo. Suor Margarita Flores, che collaborò con lui a Chiclayo, racconta che amava anche il classico "arroz con pollo" e che la sua cuoca, la signora Castillo, preparava per lui ogni piatto con grande dedizione.
Questa attenzione per la gastronomia etnica non è una novità tra i pontefici: Papa Francesco ha spesso fatto servire empanadas e dulce de leche, Benedetto XVI preferiva i piatti mitteleuropei come i knödel, mentre Giovanni Paolo II amava la zuppa di barbabietole polacca. Ma Leone XIV ha aggiunto una dimensione inedita, trasformando il cibo in uno strumento di condivisione e solidarietà.
Sotto il suo pontificato sono state potenziate le iniziative vaticane contro lo spreco alimentare, come il Refettorio "Misericordia" che offre pasti ai senza fissa dimora con ingredienti di recupero, o il progetto "Farm to Table Vatican" per promuovere prodotti a km zero. In collaborazione con la FAO, il Papa ha lanciato un appello per un'alimentazione sostenibile e accessibile a tutti, dimostrando che la gastronomia può essere un linguaggio universale. "Nella semplicità di un pasto - ha detto in un'udienza - c'è il miracolo dell'incontro tra popoli e culture". Dalle Ande al Vaticano, Leone XIV celebra così non solo la sua storia personale, ma anche il valore della condivisione.
E quest’anno Maido #1 al 50Best con cerimonia in Italia? Coincidenze? Io non credo (si scherza, ma insomma…)