CODE D' ARAGOSTA
Simili per la forma ai classici cornetti, ma differenti per il sapore, le code d’aragosta con crema pasticcera rappresentano il dolce ideale per concludere un buon pranzo o una cena.
Salve amici:
Simili per la forma ai classici cornetti, ma differenti per il sapore, le code d’aragosta con crema pasticcera rappresentano il dolce ideale per concludere un buon pranzo o una cena, ma si adattano perfettamente anche ad una colazione. Ecco il procedimento e gli ingredienti per prepararle con una buona crema pasticcera. Una variante include il cioccolato. Leggi sotto la differenza fra leNapoletane e le differenze.
Code d’aragosta alla crema pasticcera (Ricetta)
Ingredienti per 4 porzioni
400 grammi di farina Manitoba
200 millilitri d'acqua
Due noci di burro senza sale
Sale quanto basta per il palato
4 uova di media grandezza
250 grammi di zucchero
250 grammi di latte
Due scorze di limone intero
Due cucchiai di rum
200 grammi di strutto, o margarina
Procedimento
Prima di tutto, si dovranno impastare assieme il burro, l'acqua e la farina, ponendo il tutto in una ciotola, lavorando gli ingredienti con le mani fino a che non si ottiene un composto privo di grumi di forma sferica, il quale dovrà poi esser messo a riposare per circa mezz'ora nel frigorifero.
Trascorso questo tempo, la pasta dovrà esser lavorata nuovamente utilizzando il mattarello, e bisognerà stenderla fino ad ottenere una sfoglia molto sottile, che dovrà poi essere arrotolata per il lato corto e pennellata eventualmente con lo strutto, per poi esser avvolta nella pellicola trasparente e lasciata riposare per circa un'ora e mezzo, stavolta nel freezer.
A questo punto si potrà preparare la crema per farcirle: bisognerà metter a cuocere il latte con la scorza di limone, togliendolo dal fuoco una volta che questo inizia a bollire, e montare le uova con lo zucchero e la farina setacciata. Quando le uova diventano spumose, sarà opportuno aggiungevi lentamente il latte, ponendo nuovamente il tutto sul fuoco, girando gli ingredienti finché questi non diventano un composto omogeneo e denso. Una volta che la crema è quindi cotta, per insaporirla maggiormente si potrà aggiungere il rum, togliendo il pentolino dal fuoco quando la crema inizia a bollire, coprendola con una pellicola e mettendola a riposo in frigo per circa venti minuti.
Trascorsa l'ora e mezzo e preparata la crema, che dovrà esser messa poi a raffreddare in frigo, bisognerà togliere la sfoglia dal freezer, e tagliarla col coltello in diversi dischetti di dimensioni uguali, con un diametro non superiore al centimetro: ovviamente, se qualcuna è più grande non succede nulla.
La pasta tagliata dovrà poi esser lasciata a scongelare, o per meglio dire i dischi tagliati dovranno diventare morbidi (ci vorrà circa un'ora), ed a questo punto è opportuno premere coi pollici il loro centro, cercando di fare un piccolo fosso, e cercare di tirare i lati del disco in maniera tale che le righe formatesi con lo strutto vadano l'una sull'altra: si tratta semplicemente di allungare la pasta con le mani.
Fatto questo, i vari dischi dovranno esser farciti con la crema pasticciera, messi su una teglia con carta da forno e lasciati cuocere per circa venti minuti con una temperatura di due cento gradi: una volta cotti ed assunta una colorazione dorata ma non troppo, le code d'aragosta potranno esser servite in tavola.
Accompagnatele con una buona tazza di tè, succo oppure caffè qualora si faccia colazione o merenda, oppure da vino bianco secco ma fresco se si consumano a pranzo o cena, mentre il menù ideale è quello semplice, rappresentato da una buona pasta al sugo e da un secondo a base di carne.
La santarosa e la sfogliatella: “cugine” fragranti
La santarosa ha una forma a conchiglia, proprio come la sfogliatella riccia, con un delizioso ripieno di crema pasticciera e amarene. La sua storia è molto antica: tutto ebbe inizio nel 1600, nel Monastero di Santa Rosa da Lima a Conca dei Marini, in costiera Amalfitana.
La monaca cuoca, con della semola avanzata dal pranzo, decise di preparare un impasto con vino bianco e strutto e creò una sacca a forma di cappuccio dove inserì un composto preparato con frutta secca, zucchero e liquore di limone. Chiuse la pasta e mise il dolce a cuocere nel forno a legna. Appena assunse una colorazione dorata lo guarnì con un cordone di crema pasticciera e amarene candite. Questo dolce fu chiamato Santa Rosa in onore della Santa a cui era intitolato il monastero.
Per quasi un secolo e mezzo la ricetta rimase custodita in quelle mura; solo nei primi anni del XIX secolo un pasticciere napoletano, Pasquale Pintauro, riuscì ad ottenere (secondo alcuni, grazie alla zia monaca) la ricetta originale, che però modificò eliminando le amarene e la crema pasticciera. Nacque così la sfogliatella riccia, composta da strati sottilissimi di pasta sfoglia e ripiena con una crema preparata con semola, uova, ricotta, canditi, latte e zucchero. Da questa ebbe origine anche la sfogliatella frolla, preparata con la pasta frolla invece della pasta sfoglia. {1}
{La crema pasticcera di Iginio Massari}
Le nostre ricette vengono tecnivamente preparate nella nostra scuola di cucina negli Stati Uniti. Speriamo che siano di vostro gradimento. Grazie e buona cucina. Walter
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